Sugar Ray & the Bluetones - Macallè Blues

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Sugar Ray & the Bluetones

Recensioni

I concerti...
Sugar Ray & the Bluetones

Martedì 7  luglio 2015: siamo sempre a Celle Ligure (SV), alla prima edizione del BOOM! CELLE BLUES FESTIVAL. Quella che sta per salire sul palco, quale star della serata, è una delle migliori traditional blues band del pianeta, Sugar Ray & the Bluetones; e questa di Celle Ligure è la loro unica data italiana. Davvero un peccato che nessun altro organizzatore di blues festival nostrano abbia approfittato della loro presenza sul territorio per inserirli in cartellone: e allora, lode al BOOM! e sentiamoci, quindi, dei privilegiati nell'assistere alla loro esibizione. In realtà, Sugar Ray non è nuovo nel calcare il suolo italico; note sono, infatti, le sue collaborazioni con Maurizio Pugno e soci. Questa, tuttavia, è la prima volta che lo possiamo ascoltare con la sua band e, dunque, nel suo habitat naturale, per così dire. Da trentacinque anni sulla scena, vanta collaborazioni con chiunque, da Ronnie Earl a Duke Robillard, da Otis Grand ai Roomful of Blues, band della quale è stato front man per sette anni. Dotato di una voce da crooner, Sugar Ray nasce come armonicista e autore, oltre che cantante. I suoi testi, spesso ironici e arguti, fanno stilistiacmente il paio con quelli di altri armonicisti-autori-cantanti di analoga fatta come il compianto Paul DeLay o Mark DuFresne. Ne abbiamo avuto riprova anche durante il concerto di Celle Ligure: la Things Could Be Worse ripresa dall'ultimo album Living Teat to Tear ne è stato un luminoso esempio. Versatile, tanto da passare con invidiabile leggerezza dall'armonica cromatica alla diatonica col puntuale sostegno della solida ritmica di Neil Gouvin e Michael "Mudcat" Ward nonchè dal piano di Anthony Geraci. Il vero fascino musicale di questa band, oltre alla invidiabile coesione della stessa, si manifesta nella rara alchimia molecolare che si realizza tra la chitarra di Monster Mike Welch e Sugar Ray stesso. La chitarra di Welch, dalla nervosa, diabolica intensità, funziona alla grande in magico contrasto con il canto confidenziale e la vellutata armonica di Sugar Ray. L'insieme, che arriva all'ascoltatore, è fatto dall'intima coesione del gruppo e dai picchi solistici dei due principali protagonisti. A far da terza punta, di tanto in tanto, il magistrale pianismo di Anthony Geraci. Malgrado dovessero ripartire per gli States alle 3 del mattino successivo, l'esibizione è stata generosa e i bis non son stati assolutamente lesinati. Imperdibili, per chi non c'era, alla prossima, prima occasione!  G.R.       

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