Soul City - Macallè Blues

Macallé Blues
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Soul City

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Edoardo Fassio

SOUL CITY

Volo Libero Edizioni - collana Passioni Pop - 2017

C'è un paesino, sull'Appennino Tosco-Emiliano, che un tempo era famoso, se così vogliam dire, soltanto per le terme. In questo paesino della provincia di Bologna, che si chiama Porretta (Terme, appunto), da ormai trent'anni si tiene un festival internazionale di musica soul che, guarda caso, si chiama proprio Porretta Soul Festival. La genesi di questa rassegna non credo sia stata dissimile da quella di tante altre rassegne musicali nostrane, ma il suo merito principale, dal quale discendono "per li rami" un po' tutti gli altri, è stato quello di proporre il soul laddove stava dilagando, già da qualche anno e con connotati monopolistici, il blues. Il festival di Porretta, in modo un po' roccambolesco e un po' fortuito, nasce dunque da un sogno, nel tempo nutrito sotto pelle e che, grazie alla caparbia visione del suo sognatore e patron Graziano Uliani, si materializza fino a diventare, nel corso degli anni, un evento unico a livello italiano e, sia pur detto prudenzialmente, forse anche a livello mondiale.
L'autore di Soul City, che del Porretta Soul Festival narra, è il torinese Edoardo Fassio. A molti del settore noto con l'accattivante pseudonimo di 'Catfish' (non so se mediato da un omonimo blues di Muddy Waters, ma l'ipotesi è quantomeno verosimile), Fassio è, da decenni, scrittore di blues sotto le cangianti spoglie di giornalista e autore, nonché dj o, come più correttamente ama definirsi lui stesso, dato il genere principale di cui si occupa, 'blue jay'. Da molti anni, Fassio è un assiduo e attento 'follower' del festival. E allora chi, meglio di lui, avrebbe potuto portarne testimonianza, narrandone la genesi e lo sviluppo nel tempo.
Con stile snello e intrigante, Soul City è stato scritto - sì - dalla mano di Fassio, ma con la complice manina di Graziano Uliani stesso e la preziosa e autorevole prefazione di Renzo Arbore. La penna dell'autore, vivace e dinamica, ripercorre la storia del Porretta Soul Festival e di tutti i suoi protagonisti, visti dal palco e visti da fuori palco, sbobinando una tale sequela di ricordi e aneddotica, anche divertente, da renderlo davvero un boccone ghiotto tanto per chi ha vissuto questi primi trent'anni del festival da spettatore ed è curioso di inoltrarsi in meandri che, a un semplice spettatore sarebbero altrimenti rimasti preclusi, quanto per chi, del festival, ha sentito parlare soltanto di sfuggita. Va, altresì, aggiunto che, pur non essendo un libro fotografico, è opportunamente e adeguatamente corredato di belle immagini che ne illustrano i protagonisti e le loro storie e che, viste con l'occhio del cuore, o forse meglio sarebbe dire dell'anima, non faticano a sembrare, nel loro complesso, un bell'album di famiglia.
Se, oggi, in questo paesino dell'Appennino Tosco-Emiliano vi può capitare l'avventura, transitando per il ponte Solomon Burke, di passare per Via Otis Redding e terminare il vostro "tour dell'anima", al Parco Rufus Thomas è solo merito di un sogno: quello che, con passione, è descritto qui.

Giovanni Robino        


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